CENNI STORICI, AMBIENTALI, SOCIALI ed ECONOMICI
Il "nucleo storico" della cittadina di Capoterra sorge in pianura, a 17 Km. da Cagliari percorrendo la S.S. n. 195, a 54 metri di altitudine sul livello del mare, alle pendici del sistema montuoso del basso Sulcis, in prossimità del Rio Santa Lucia. Il territorio, prevalentemente di tipo montano, si estende fino al mare, dove è presente la località nota come "La Maddalena" spiaggia, in cui sono esistenti servizi di ristorazione, ricreazione e balneazione, pubblici e privati. Nel territorio dell'adiacente Comune di Uta è da segnalare la vicinanza dell'Oasi faunistica-naturalistica di "Monte Arcosu", protetta e gestita dal WWF (World Wildlife Found). Situata tra le Città di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra, vi è, inoltre, la Laguna di "Santa Gilla", zona umida di notevole importanza ambientale, tutelata dalla Convenzione internazionale di "Ramsar" (al pari della laguna di "Molentargius", tra Cagliari e Quartu S.E.), poiché "habitat" ideale di numerose e rare specie di uccelli.
Nel territorio sono presenti antiche tracce del periodo neolitico, nuragico, punico e necropoli di presumibile epoca romana. Centri formati da capanne, riferibili probabilmente alla cosiddetta "Cultura di Ozieri", sviluppatasi nel periodo più recente del Neolitico, sorgevano in località "Cuccuru de Ibba" e "Pranedda de Punta Sa Loriga". Tracce di qualche nuraghe sono visibili in località "Carrubba Durci", "Is Antiogus", "Is Cuccureddus" e "Fanebas". Strutture puniche sono state riscontrate in località "Su Loi", nel canale collinare di S. Antonio e in altre zone montane adiacenti. Risultano notizie dell'abitato denominato "Caput Terrae", sin dal XII secolo d.C.. Sono presenti, altresì, antiche chiesette dedicate a "San Gerolamo" ed a "Santa Barbara", nella quale sono visibili iscrizioni risalenti al XIII secolo d.C.. Abbandonato nel XIV secolo a causa dei continui saccheggi, fu poi ricostruito nel XVII secolo, da abitanti che provenivano da villaggi del Logudoro (sub-regione geografica della Sardegna, locata nella provincia di Sassari).
Il primo e più antico sito urbano, si sviluppa da un villaggio secentesco, ai piedi delle colline di "Montarbu", Punta "Sa Loriga" e Monte "Arrubiu".
Nell'anno 1867 fu realizzata la prima linea ferroviaria della Sardegna, che congiungeva la miniera di ferro di "San Leone" con il porto, ormai non più esistente, situato in località denominata "Maramura" (da cui prende il nome l'attuale e omonimo stabilimento balneare privato), affianco a "La Maddalena spiaggia".
Più di recente, furono avviati il secondo sito, agli inizi degli anni '60, nella fascia litoranea che da "La Maddalena" giunge fino a "Cala d'Orri" (Comune di Sarroch) e il terzo, nell'anno '66, nella zona di bassa collina di "Sa Birdiera" e "Pauliara", ai piedi del Monte di "Santa Barbara".
Negli anni '60/'70, corrispondenti agli insediamenti citati, l'arrivo dell'industria petrolchimica nei vicini Comuni di Sarroch ed Assemini (Località "Macchiareddu"), sembra far presagire una ripresa socio-economica anche per gli abitanti di Capoterra. Questi, però, si dovettero accontentare di entrare in fabbrica, con stipendi ridotti, tramite ditte appaltatrici, senza un vero e proprio contratto di lavoro, a causa di una inadeguata specializzazione e della politica di parte, che veniva seguita al riguardo, da alcuni Uffici di Collocamento esistenti nelle zone sede delle industrie.
Ciò nonostante, soprattutto negli anni '70, i nuovi insediamenti industriali, contribuirono a modificare notevolmente la realtà socio-economica della Comunità capoterrese, con un vistoso ridimensionamento dell'agricoltura tradizionale che determinarono, successivamente, trasformazioni così profonde nel tessuto economico e sociale, da lasciare interdetti molti studiosi del settore.
Nella cittadina i cambiamenti traggono origine dalle notevoli mutazioni delle condizioni di vita. L'arrivo dell'industria, provoca i primi sensibili mutamenti produttivi ed occupazionali nella zona. Le grandi aziende agricole chiudono i battenti e diventano terreni da lottizzare. Le coltivazioni a "pieno campo" si riducono sempre più e molte vigne vengono estirpate, grazie anche al contributo regionale che era elargito a tale scopo. Oggi, l'agricoltura redditizia praticata in zona, è essenzialmente "di serra", anche se minacciata seriamente dal problema della salinità dei pozzi d'acqua, un tempo inesistente nel territorio, ove era addirittura possibile trovare sorgenti d'acqua dolce, anche in campi vicino allo stagno di Capoterra.
Negli ultimi quindici/venti anni, Capoterra ha registrato altissimi incrementi demografici, accompagnati da vistose trasformazioni urbanistiche, facilmente riconoscibili dall'insieme di insediamenti umani, distribuiti in località e ambienti geografici diversi (collina, pianura, mare), distanti tra loro anche 5 km. in linea d'aria!
La crescita del numero degli abitanti è stata continua ed inarrestabile, raggiungendo alla fine del mese di Dicembre dell'anno 1995 il valore di 18.350 unità. L'incremento, iniziato nell'anno 1961, quando il paese registrava soltanto 6.355 abitanti, è proseguito nel 1971 con 8.028 ab., nel 1981 con 12.208 ab. e nel 1991 con 16.428 ab.. In percentuale, la variazione di aumento demografico è stata del 280, 7 per cento in più. Dal 1981 al 1991 è stata del 34,6% in più, seconda soltanto, in provincia di Cagliari, a quella registrata dalla Città di Quartu S. Elena. In cinque anni, dal 31 Dicembre 1996 all'analogo periodo del 2000, questo dato si è confermato, poiché i residenti sono aumentati di altre 2.307 unità, passando dai 18.737 ai 21.044 abitanti (di cui 10.668 maschi e 10.376 femmine), come risulta dall'ultimo censimento effettuato al 31/12/2000. Le ultime "indiscrezioni", non ancora ufficializzate dal competente servizio anagrafico del Comune, stimano a circa 23.000 gli abitanti di Capoterra al 31/12/2004, ovvero la più alta percentuale d'aumento demografico dell'intera Sardegna. Al mese di Settembre, dell'anno solare 2006, gli abitanti risultano essere quasi 24.000 (!).
I motivi di questo poderoso incremento sono ben noti agli studiosi del settore. Essi sono determinati dalla forte immigrazione di cittadini da Cagliari e da altri comuni limitrofi, che hanno scelto Capoterra come luogo di residenza. Le ragioni, che hanno indotto tantissime famiglie a trasferirsi nel territorio di questo Comune, sono molteplici: per alcuni si è trattato di una autentica e premeditata fuga dalla città, diventata ormai invivibile a causa del traffico, dello "smog", della carenza di spazi verdi adeguati, l'alto costo degli affitti, quello "esagerato" relativo all'acquisto di un'abitazione, di fenomeni diffusi e crescenti di "microcriminalità". Sulla scelta hanno avuto un peso rilevante, sia l'innegabile bellezza del territorio, che la constatazione delle distanze relativamente brevi dalla città di Cagliari e dalle zone industriali di Sarroch e Macchiareddu (Assemini), ove ha sede il luogo di lavoro di moltissime persone. E' altrettanto innegabile, infine, che non pochi hanno acquistato o costruito casa nel territorio, per i costi sicuramente più bassi rispetto al capoluogo o per ottenere un sicuro investimento immobiliare, da fare fruttare in seguito, rivendendo o affittando, anche solo stagionalmente.
Il Comune di Capoterra che, attualmente, continua ad essere un "polo di attrazione", per nuove iniziative imprenditoriali nel settore dell'edilizia e del commercio, può tecnicamente definirsi un "centro urbano a sviluppo polimorfo", ovvero a "macchia di leopardo", molto eterogeneo dal punto di vista della composizione umana e demografica, sociale ed economica ove, ormai, soltanto il 45% della popolazione vive nella parte più antica della cittadina.
In una situazione come questa, ogni nuova lottizzazione diventa un'entità a sé stante, sia rispetto al vecchio centro urbano che dalle residenze adiacenti, provocando di conseguenza una seria anomalia ancora tutta da analizzare, per le molteplici implicazioni organizzative, economiche, sociali e culturali che comporta.
A conclusione di questa breve "scheda", è doveroso sottolineare che, per la sua stesura, si è essenzialmente utilizzato, sia in fase di consultazione che di trascrizione di qualche parte, integrata e/o modificata, il libro scritto e curato dal Prof. Emanuele Atzori, intitolato , pubblicato dall'editore Carlo Delfino di Sassari, che si ringraziano sentitamente.
Per quanto attiene, invece, le notizie demografiche, oltre alle informazioni richieste e ricevute personalmente, le stesse sono state ricavate dall'apposita pagina presente nel "web site" del Comune di Capoterra, visionabile all'indirizzo http://www.comune.capoterra.ca.it.
Il 2° Circolo Didattico , viene istituito nel'A.S. 1999 2000, come conseguenza della scissione del Circolo Didattico di Capoterra.
Comprendeva, allora, le scuole elementari di Via Caprera, Frutti d'Oro e Su Loi e le scuole dell'infanzia di Via Diaz e Rio S. Girolamo.